E' molto vivo in me il ricordo di Fava che incontravo nei corridoi della Rai a Viale Mazzini: un fascio di giornali sotto il braccio, il suo eterno "papillon", così ben raffigurato nella copertina del libro, salutava sempre le persone che incontrava anche se non le conosceva e non eri nessuno come me, che, ragazzina, mi affacciavo a quel mondo. Capostruttura di RAI 2, è stato un Maestro e poi un caro amico insieme alla sua altrettanto magnifica moglie Elena Pongiglione, Artista, pittrice, scrittrice, che lui chiamava con immenso amore la "Divina".
Il libro contiene una raccolta di recensioni scritte sul "Corriere mercantile" e sulla "Rivista del Cinematografo" di un'attualità straordinaria per la profondità della critica, ma anche per alcuni aneddoti che l'accompagnano come quando racconta in un capitolo l'abitudine dei dirigenti di quell'epoca, di interrompere la programmazione abituale e mandare un film quando accadeva un fatto drammatico come il ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Fava allora era responsabile per il cinema di Rai Uno, Piero Pintus era il responsabile di Rai Due e decise, in quella drammatica occasione, di mandare un film di Bresson, "La conversa di Belfort", non ricordandosi che un gatto delle suore era chiamato Moro. "Un intelligente capo montatore" racconta Fava " appassionato di cinema si accorse del particolare che, se trasmesso, avrebbe causato danni alla Rai….".
La scrittura di questo libro è avvincente, il modo di raccontare rivela una cultura ed uno spessore intellettuale impareggiabile, ma anche un'educazione, un regalare ai lettori la sua sapienza mettendosi da parte, insita nella sua eleganza. Così faceva quando presentava su Rai 2 l'indimenticabile " Cinema di notte", con la sua famosa ironia diceva spesso: "non vi preoccupate sarò breve…" oppure " e adesso godetevi il film in pace….."
Grande Claudio G. Fava, manca moltissimo la tua straordinaria cultura, il tuo essere….GRAZIE!
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