Ho avuto occasione, durante un viaggio in Perù, di ammirare il bellissimo Museo dell'Oro a Lima, carico di oggetti d'oro e d'argento dell'antica civiltà pre colombiana e incaica, ma posso assicurare che il Museo della Filigrana a Campo Ligure, a pochi passi da Genova, mi ha lasciata incantata allo stesso modo. Diversi i numeri, nel Museo Peruviano sono esposti circa 8.000 pezzi, in quello di Campo Ligure sono duecento cinquanta gli oggetti spettacolari provenienti da tutte le parti del mondo: Portogallo, Norvegia, Armenia, Yemen, Iran, Etiopia, India, Thailandia, Cina ed anche dal Perù ( pezzi creati con il sofisticatissimo argento peruviano conosciuto come "oro bianco" o "lacrime di luna". L'argento peruviano, infatti, è di 900 carati, e non di 800 carati come viene marcato solitamente). Questi oggetti furono raccolti da Pietro Carlo Bosio, Maestro filigranista, viaggiatore ed appassionato collezionista. Nel 2000 Carlo Bosio regalò la collezione al Museo.
Ero andata a Campo Ligure per girare un servizio sull'arte della Filigrana, un'arte che risale al 2.500 a. c., per "UnoMattina", il programma di Rai 1.
Mi sono addentrata per Via Saracco dove si affacciano le botteghe dei Filigranisti, entrando assapori un'atmosfera magica, pensi che il tempo si sia fermato.
La Maestra artigiana o il Maestro Artigiano, siedono ad un tavolo molto spartano e, con le mani, lavorano un filo d'argento o d'oro facendo oggetti di rara bellezza: l' arte di lavorare il filo. "Questo è un lavoro che si fa per passione" mi spiegò Franca Bongera che intervistai nella sua bottega " sono pochi gli strumenti che servono: un tavolo dove poggia la piastrella sulla quale si lavora, il filo d'oro e d'argento arrotolato come una matassa, le "bruscelle" ( pinzette) i legnetti e la scaletta ( un triangolo con l'ipotenusa scalettata) per prendere le misure, il cannello per scaldare....poi tutta l'abilità è nelle mani..." Infatti il filo prende la forma voluta dall'abile artigiano.
Mi raccontò, fuori le telecamere, il fratello di Franca, l'architetto Enrico Bongera, studioso e appassionato di Filigrana, che, con il Comune di Campo Ligure fu promotore di una richiesta all'Unesco perchè la Filigrana diventasse " Patrimonio immateriale dell'Umanità". La richiesta, che l'Architetto Bongera caldeggiò con passione, non andò a buon fine perchè le difficoltà burocratiche furono insormontabili.
I rumori, quello del ticchettio della pinzetta sulla piastrella mentre si lavora il filo, il "soffio" del getto della cannella mi accompagnarono come una musica in sottofondo mentre mi avviavo al Museo della Filigrana....
I rumori, quello del ticchettio della pinzetta sulla piastrella mentre si lavora il filo, il "soffio" del getto della cannella mi accompagnarono come una musica in sottofondo mentre mi avviavo al Museo della Filigrana....
La bellezza degli oggetti esposti mi catapultò nelle antiche civiltà che hanno creato questa arte......
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