Le tradizioni sono un filo che ci lega al passato e ci trasporta nel futuro passando per il presente. La memoria ci fa sentire parte di qualcosa di più grande degli anni che viviamo e le tradizioni natalizie si ammantano di sogni e magie
E' per questo che amo ascoltare le tradizioni che popolano l'Italia. Questa è bellissima: la Cònba irrequieta di Natale. E' una tradizione ligure quasi perduta , che risale ai primi del novecento, precisamente agli anni '30, tipica della zona ligure che va da Bogliasco a Sori.
Le famiglie, a Natale, si riunivano nelle cucine , scaldate dal Ronfò o "runfò" (in dialetto ligure) un particolare fornello dove si preparava il pandolce, dolce tipico natalizio della Liguria.
Il Ronfò, in realtà più che un fornello è una stufa , un focolare inventato da Benjamin Thompson, ingegnere, scienziato ed anche astronomo, cittadino britannico, vissuto nel Massachusettes, fu Assistente in Germania di Carlo di Baviera che lo nominò Conte di Rumford, divenne , in seguito, Ambasciatore di Baviera in Gran Bretagna. Famosi i suoi studi sul calore e l'ideazione di molti caminetti e fonti di calore fra le quali il Ronfò genovese, chiamato così per un evidente storpiatura del nome. Era una personalità particolare si interessava a tutto e ben nota era la sua predisposizione ad aiutare i poveri. Un giornale genovese dell'epoca , "Il Monitore Ligure" da notizia di una minestra inventata da Rumford dopo la carestia che colpì Genova nel 1800, per nutrire chi non aveva da mangiare.
"Il Ronfò divenne il centro di raccolta delle famiglie genovesi soprattutto nel periodo di Natale, perché era il punto più caldo della casa" come mi racconta Elena Pongiglione , fonte per me di preziose notizie quasi introvabili, geniale come suo marito, il grande Claudio G. Fava "sul Ronfò si sistemavano i gatti per godere del calduccio della stufa dopo che si era cucinato…."
I bambini partecipavano con gioia, divertimento e birichinate (rubacchiando pinoli, uvetta e quant'altro in un momento di disattenzione delle mamme) al rito dell'impasto del pandolce, una parte del quale veniva usato per un dolce dedicato solo a loro: la Cònba.
La Cònba è una bambolina ovale con le mani in grembo, una treccia che le cade di lato, un pinolo come naso, l'uvetta come occhi, la bocca disegnata con i " margaitin ", confettini rotondi colorati., che decorano anche il vestiti. La leggenda dice che la bambolina il 6 gennaio canterà. Un gioco che permette ai bambini di tessere i loro sogni e lasciare libera la loro fantasia ....
Gli Agitatori Culturali Irrequieti Gian dei Brughi hanno organizzato per il 23 dicembre a Sussisa (una frazione del Comune di Sori, a pochi chilometri da Genova), nel Salone della Soms, una festa, con maghe-cuoche, adulti e bambini che parteciperanno all'impasto con il quale si faranno le bamboline "personalizzate", ogni bimbo seguirà la propria creatività dando forma alla "sua" Cònba : "una volta cotta se la porteranno con loro con la promessa di mangiarsela solo il giorno dell'Epifania" raccontano gli organizzatori. E i bambini torneranno a casa con la bambolina in mano e i loro sogni nella testa e nel cuore, in attesa del 6 gennaio, forse aspettando che, prima o poi, la Cònba si decida a cantare….!
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Il Ronfò ideato da Benjamin Thompson, Conte di Rumford |
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