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La magia di Framura


Framura è uno dei posti più belli che abbia visitato in Italia. Si trova in Liguria, in provincia di La Spezia, fra Portofino e le Cinque Terre. Non è solo bella per le insenature, il colore del suo mare, i boschi, la varietà del paesaggio, è bella perché è magica. In realtà mi sono appassionata a questo piccolo angolo di terra ligure leggendo le "Favole di Framura” di Elena Pongiglione, scrittrice, pittrice, illustratrice, di origine ligure. Può sembrare un libro per bambini, essendo di favole, e sicuramente a loro è indirizzato, ma è una lettura entusiasmante anche per gli adulti. Una lettera di Italo Calvino del 1981, posta all’inizio del libro, invoglia ancora di più a leggerlo, gli apprezzamenti del grande scrittore sono entusiastici: “Ho letto le fiabe e mi paiono belle e originali” scrive “con una gran vivacità stilistica e ricchezza di trovate. Ho goduto molto del linguaggio che mi ha dato il sapore del parlato dialettale e popolare…” Ed è proprio così Elena Pongiglione, racconta e illustra, essendo anche una straordinaria pittrice con il tocco abile e la forza di chi conosce Framura come la sue tasche ( avendola frequentata d’estate fin da bambina), ci si appassiona alle favole che, a volte, hanno origini nelle leggende come quella di Panèa il drago buono , riportata in un’opera minuziosa sulla storia di Framura ( “Un’antica terra tra il mare e i monti” a cura di Andrea Lercari, copertina e frontespizi di Elena Pongiglione) e troppo bella per non raccontarla. Una donna, nei tempi passati, trovò nei boschi di Framura un grosso uovo, lo prese, lo portò a casa e lo fece covare dalle sue galline. Con sua grande sorpresa dall’uovo uscì un draghetto, lo chiamò Panèa, e lo fece crescere con i suoi animali, ma il drago diventò enorme, e gli abitanti, impauriti, imposero alla donna di liberarsene. La vecchia contadina, con dolore, portò l’animale nei boschi e Panèa si nascose in una grotta dove la donna continuò ad andarlo a trovare. Un giorno una tempesta si alzò e colpì Framura con pioggia e vento terribili, le rocce cominciarono a cadere dalla montagna, precipitando verso il mare. Gli abitanti fuggivano via impauriti, la donna corse dal drago chiedendo aiuto e Panèa si precipitò a puntellare la montagna salvando Framura, ma rimanendo pietrificato. Panèa è diventato il nome di uno scoglio di fronte alle coste di Framura per ricordare il drago buono. “Storia dello scoglio chiamato Panèa” è la favola raccontata dalla Pongi (come viene chiamata da chi la ama), la leggenda è diventata una romantica, straordinaria, spiritosa storia illustrata con sapiente arte dai disegni della scrittrice. Ho avuto la fortuna di conoscere Framura accompagnata da Elena Pongiglione e dagli amici fraterni Lorenzo ed Elena Doretti, scoprendo la bellezza storica e culturale del posto. Framura, composta da quattro piccoli borghi, Anzo, Setta, Costa e Ravecca, mischia le sue bellezze naturali a quelle monumentali che trasudano storia come la bellissima chiesa di San Martino, nata tra il X e L’XI secolo e ricostruita, in parte, tra il XV e il XVI, restaurata ancora nel XVII secolo. Le colonne in marmo verde di Levanto con la base bianca e i capitelli dorati, fanno da cornice alla tela di Bernardo Strozzi (pittore e religioso del seicento, uno dei più grandi maestri del Barocco genovese) raffigurante la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Carlo Borromeo. L’opera dello Strozzi colpisce e lascia stupefatti chi l’ammira per l’accostamento dei colori, la perfezione delle linee dei corpi e la delicata carnalità delle espressioni dei volti (non a caso il pittore viene accostato a Rubens). Si rimani incantati anche dalla bellezza del fonte battesimale, in marmo rosso, e del pulpito con la sua bellissima scala con intarsi di marmo verde di Polcevera o Levante. A Framura esiste una Biblioteca Comunale, estremamente vitale e piena di iniziative, grazie all’opera di una donna intelligente e appassionata di cultura, Maria Teresa Ripamonti, detta Riri, arrivata, con il marito Alberto Gracchi, da Milano, con alle spalle una brillante carriera nell’ambito dell’editoria. Innamoratasi di Framura, ne ha fatto la sua residenza costruendo, insieme al marito, una splendida casa a picco sul mare dove accoglie figli, nipoti ed amici. Ho potuto godere della loro squisita ospitalità conversando piacevolmente sulla terrazza insieme ai miei amici Pongi e Doretti, gustando una fetta d’anguria e godendo del paesaggio spettacolare. Un’alchimia perfetta! 
Riri , una donna vivace, con un caschetto di capelli bianchi su un viso abbronzato, lo sguardo acuto e sempre in movimento, la parlata veloce, ma mai superficiale, sollevando la Biblioteca da uno stato di abbandono in cui era caduta negli anni precedenti, ha creato, al suo arrivo, un collegamento fra studiosi e Framura, rinnovando in continuazione la biblioteca con nuovi libri, catalogandone circa dodicimila e promuovendo la lettura nelle scuole elementari. Ha introdotto l’innovazione del “libro itinerante”. Dopo avere letto un libro puoi lasciarlo su una panchina, un parco, alla stazione di un treno, sul sedile di un autobus, dove ritieni opportuno, pronto ad essere raccolto e letto da un altro, un piccolo segnalibro avvisa che il libro è di tutti e che deve essere fatto circolare: un modo per far viaggiare la cultura. Passeggiando con Lorenzo ed Elena, ai quali si aggiunse Alberto Gracchi, perfetti ciceroni con la loro profonda cultura  nell’espormi le bellezze che incontravamo come la Torre Carolingia o gli inaspettati scorci che mi comparivano davanti agli occhi, non smettevo di meravigliarmi. (Gli 85 anni di Elena Pongiglione , con i suoi capelli grigi raccolti sulla nuca, lo sguardo fermo, profondo e leale di chi sa cogliere le diverse sfumature dell’animo umano, frenano la sua energia prorompente con la necessità di un bastone per camminare. E così ci ha aspettato al bar con Riri ed altri gli amici framuresi, non risparmiandosi un gustoso aperitivo). L’odore dei capperi e le coloratissime ortensie condivano il tutto, e il “sali e scendi” dalle scalette diventava leggero come l’aria di Framura. Elena Pongiglione ha dipinto straordinari quadri sulla sua Framura due fra tutti: Burrasca sulla Punta di Deiva e Olivi a Framura. Salendo i tornanti per arrivare a Framura, perché il paese mescola montagna e mare, con il rumore del vento in mezzo agli alberi, ti vengono incontro non solo profumi e paesaggi incantati ma draghi, elfi, guerrieri medievali, streghette buone, gatti e ti viene incontro anche Marinetta, come è chiamata nella favola la donna che ha trovato l’uovo, con l’ironia, la bravura e l’intelligenza della Pongi!

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